Tra le Marche e l’Umbria ora c’è SITUM Scuola di Innovazione Territoriale Umbria Marche

Dall’incontro tra Università e Impresa nasce la possibilità di rimettere in moto il territorio. Il progetto ha una grande valenza di innovazione culturale e sociale: Gian Luca Gregori e Maurizio Oliviero, i due Rettori dei rispettivi atenei di Ancona e di Perugia, le principali città dell’area Marche-Umbria, fanno fronte comune per dare valore a un territorio allargato. La visione condivisa dei Magnifici è di offrire in sei anni un reale contributo per sviluppare il territorio, creare un modello di collaborazione e di formazione tra università e imprese, replicabile anche in altri luoghi.


Questa collaborazione tenderà a modificare la stessa idea di territorio. La continuità Marche – Umbria, il pensare e comunicare comune di queste due regioni, ci fa intendere il territorio come un unicum. Comprendere e sviluppare in anticipo il grande valore e il potenziale di questo situm geografico, sociale, economico e culturale, è l’impegno delle due Università. Cogliendo la sfida più urgente si tratta di incentivare la crescita demografica e l’attrattività del territorio, condizioni necessarie per il futuro delle università, delle istituzioni e delle imprese. La situazione contingente – la pandemia – ci offre l’opportunità di rileggere e valorizzare ciò che prima poteva essere percepito come uno svantaggio: la caratteristica di bassa densità, a volte di isolamento, delle aree periferiche e interne, oggi, nel confronto tra metropoli e provincia, fa sì che la periferia si faccia nuovo centro.
Università e imprese, dunque, si uniscono per fondare un centro di competenza e ricerca. Nessun paese va avanti senza competenze. La competenza non si improvvisa, ma si regge su due gambe: la formazione pubblica – il diritto allo studio accessibile a tutti i meritevoli come detta la Costituzione della Repubblica italiana – e il settore privato, che offre laboratori reali di competenza e ricerca, legati a clienti in tutto il mondo.
Propria dell’Università è la produzione di conoscenze specialistiche e diffuse, teoriche e pratiche, applicative e operative.
È “terza missione” il nome che l’Università dà alla capacità operativa di mettere a disposizione del territorio le conoscenze scientifiche che riesce a sviluppare grazie alle sue due altre missioni: la didattica e la ricerca scientifica.
Loccioni primo testimonial dell’alleanza.
Un contenitore di progetto aperto a tutte le imprese
Interdisciplinarità concreta per progettare percorsi formativi innovativi
Obiettivo è contribuire a rilanciare un territorio interno ricco di potenzialità.
L’impresa Loccioni, a metà strada tra Ancona e Perugia, costituisce l’atteso laboratorio con un team di persone a disposizione. È un campo sperimentale in cui le Università si attivano per lo sviluppo sia internazionale sia locale.
Loccioni intende fungere da apripista per il coinvolgimento di altre imprese del territorio umbro-marchigiano. Sarà poi predisposta una call aperta alle imprese per chi vuole salire a bordo. La collaborazione tra Ancona e Perugia è un contenitore di progetto aperto che ruota attorno ad alcune parole chiave: interdisciplinarietà e conoscenza laboratoriale, formazione e innovazione, apertura e internazionalizzazione, lavoro e salute.
Interdisciplinarità non è parola nuova. Ma lo diventa se la si realizza concretamente. Se si passa dal dire al fare, per giungere, una volta incorporate le conoscenze prodotte, al saper-fare, si riesce concretamente ad andare oltre i confini delle proprie discipline, a maturare la capacità di curvare la propria conoscenza scientifica alle esigenze della produzione economica e della concreta operatività pratica. Per questo nel gruppo di progetto, formato da sei esperti dell’ateneo perugino e marchigiano, accanto alle competenze tecniche ingegneristiche, informatiche ed economiche, vi sono anche due esponenti delle scienze sociali, tra sociologia e antropologia.
L’obiettivo è attivare programmi di formazione e di ricerca congiunti per rilanciare questo territorio. Sono molteplici le sfide che si intrecciano: andare oltre i confini della geografia regionale; mutare la scala della conoscenza e della convivenza; provare infine a perseguire concretamente un obiettivo comune: formare le nuove generazioni allo scambio della conoscenza, alla sua messa in pratica nel lavoro, alla produzione di una nuova immaginazione, a sapere guardare al passato, agire in maniera competente nel presente, per immaginare un nuovo futuro possibile.

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